
Quando si ha voglia di cambiare, di coccolarsi e di passare qualche minuto in più ai fornelli, perché non cogliere l’occasione di cucinare una buona spaghettata al sapore di mare? Non è solo buonissima, è anche sorprendentemente ricca di benefici per l’organismo.
Pomodori: grazie all’elevato contenuto di licopene, sono un potente antiossidante. Ricchi anche di acqua, sali minerali e vitamine.
Calamari: contengono poche calorie e grassi. Sono ricchi di sali minerali come sodio, potassio, calcio e fosforo.
Prezzemolo: questa piantina contiene moltissime sostanze antiossidanti, specialmente acido ascorbico, carotenoidi e tocoferolo. Ha anche un elevato apporto di sali minerali (calcio, ferro, rame). È utile per combattere l’alitosi.
350 g di spaghetti integrali
5-6 calamari già puliti
4-5 pomodori a grappolo
Aglio
Prezzemolo
Sale
Olio al peperoncino
Iniziare preparando un soffritto di aglio tagliato a listarelle, facendo molta attenzione che non bruci. Nella padella, versare i calamari precedentemente puliti e tagliati a rondelle, e cuocere finché risultano morbidi ma non gommosi. Cuocere gli spaghetti integrali in abbondante acqua salata. Tagliare i pomodori a striscioline, privandoli dei semi e dell’acqua di vegetazione, aggiungerli ai calamari e scottarli per qualche minuto. Scolare la pasta, tenendo da parte un po’ dell’acqua di cottura, e versare nella padella con il condimento. Far saltare per un minuto a fiamma alta, in modo da amalgamare bene tutti i sapori. Ultimare la preparazione con prezzemolo e olio al peperoncino.
A cura di Valeria Baruzzo
© Sani per Scelta
Valeria Baruzzo
Laureata in Linguistica presso l’Università degli studi di Padova. Ha svolto numerosi progetti-scambio finanziati dall’Unione Europea (Bulgaria, Germania) e ha partecipato al 22° raduno mondiale di scout (Svezia). Ha aderito al “progetto Leonardo”, grazie al quale ha svolto uno stage in Regno Unito presso il County Hall di Durham. Ha trascorso un anno di mobilità Erasmus+ studio presso l'Universidad de Alcalá (Madrid) e ha partecipato al progetto ICPU - Rethinking Food Systems presso The University of Sydney.