Cibo e salute, Sani per Scelta

Quello che mangi potrebbe uccidere il tuo cervello

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Se la salute del cervello dipendesse dalle nostre abitudini alimentari? E se il crescente aumento di demenza senile fosse collegato all’eccessivo consumo di zuccheri a grassi saturi?

Qualcuno ha iniziato a pensarci seriamente mettendo insieme dati come l’allungamento dell’aspettativa di vita, che sicuramente incide sull’aumento della demenza, malattia tipica del cervello che invecchia, e l’abitudine a mangiare junk food, notoriamente ricco di grassi saturi e zuccheri.

Tra i più convinti sostenitori che cibo e demenza siano correlati, c’è Suzanne de la Monte, neuropatologa della Brown University di Providence, Rhode Island, che ha addirittura proposto di chiamare la demenza diabete di tipo 3 per distinguerlo da quello giovanile di tipo 1, autoimmune, e quello di tipo 2 associato all’obesità.

La ricercatrice, durante i suoi esperimenti che le sono valsi diverse pubblicazioni, notò che se nutriva le cavie con cibi ricchi di grassi, zuccheri e quindi cibo ipercalorico, le performance cognitive diminuivano velocemente fino a giungere a vere e proprie manifestazioni di demenza. A questo corrispondeva un calo vistoso della sensibilità all’insulina, una delle condizioni che portano al diabete di tipo 2. Questo perché, negli anni, l’insulina ha dimostrato essere anche un neurotrasmettitore che aiuta le cellule nervose a interagire tra loro, oltre che a mantenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue. Nel diabete di tipo 2, quello associato all’alimentazione scorretta, i livelli di infiammazione sono così alti che nel cervello si traducono in demenza. I dati lo confermano: i diabetici di tipo 2 hanno un rischio aumentato dal 50 al 65% di sviluppare Alzheimer.

La correlazione junk food e demenza è stata dimostrata anche nell’uomo. Susanne Craft, pioniera negli studi sull’Alzheimer, dopo aver nutrito per 30 giorni un gruppo di volontari con una dieta ad alto tenore di zuccheri e grassi, e un altro gruppo con una dieta povera di zuccheri e grassi, ha dimostrato che nel gruppo nutrito a junk food il liquido cerebrospinale presentava un aumento della proteina beta amiloide che nell’Alzheimer si deposita fino a devastare intere aree cerebrali. In un altro studio, la ricercatrice ha somministrato insulina spray a un centinaio di volontari dimostrando che migliorava la capacità decisionale, la memoria e le prestazioni cerebrali. I suoi studi si sono dimostrati così convincenti che il National Institue of Health ha finanziato le sue ricerche con un’enorme somma di denaro, quasi 8 milioni di dollari, per capire se l’insulina e gli antidiabetici orali possono essere usati come cura contro l’Alzheimer.

 A cura di Liana Zorzi

© Sani per Scelta

photo by meteoweb.eu

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Liana Zorzi

La dott.ssa Liana Zorzi, Direttore di Sani per Scelta, sociologa con un passato da infermiera e giornalista esperta nella divulgazione della medicina antiaging, collabora con alcuni tra i più prestigiosi medici e istituti a livello internazionale ed è relatrice in convegni in Italia e all’estero.

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