
Il Registro delle protesi mammarie, attivo dal 25 marzo 2019 è un database che punta a raccogliere tutte le informazioni relative ai dispositivi mammari impiantati in Italia, sia a scopo ricostruttivo, dopo la chirurgia per un tumore al seno, sia estetico. A rendere necessaria l’istituzione di questo registro è stata la possibile correlazione tra protesi mammarie e un particolare e raro tumore mammario chiamato linfoma anaplastico a grandi cellule (ALCL).
ALCL: rischi e cure
Se diagnosticato precocemente, il linfoma anaplastico a grandi cellule in pazienti portatrici di protesi mammarie ha prognosi favorevole. Si tratta di una forma molto rara: ad oggi nel mondo si stimano infatti circa 800 casi su 10-35 milioni di pazienti*. In Italia, i casi segnalati alla Direzione generale dei dispositivi medici del Ministero della Salute sono 41, in un periodo di tempo che va dal 2010 al marzo 2019, su un totale di circa 411 mila protesi impiantate nel nostro Paese negli ultimi 8 anni.
L’importanza del registro
Per parlare di correlazione tra protesi e tumore, ricavare percentuali e constatare l’efficacia delle cure, raccogliere i dati è fondamentale. Per questo l’istituzione del registro delle protesi è un passaggio fondamentale verso una maggiore conoscenza e sicurezza. “Abbiamo contribuito a questo progetto in tutte le sue fasi – sottolinea Adriana Cordova, presidente del Congresso SICPRE. Una stretta collaborazione dimostrata anche dalla presenza a Palermo della dottoressa Antonella Campanale della Direzione generale dei dispositivi medici del Ministero della Salute.”
Parola d’ordine: prevenzione
La prima raccomandazione da fare alle donne è quella di:
- sottoporsi ai controlli consigliati dopo l’intervento di protesi
- non trascurare eventuali cambiamenti nella forma della mammella
Dopo una prima visita, questi andranno indagati con ecografia, risonanza magnetica e ago aspirato. Nella stragrande maggioranza dei casi, è sufficiente rimuovere la capsula fibrosa che avvolge la protesi per arrivare alla guarigione.
*dati del Ministero della Salute
Irene Butta
Giornalista Pubblicista, Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano, ha conseguito il Master in Social Media Marketing&Web Communication presso l’Università IULM. Negli ultimi 10 anni ha sviluppato competenze di grafica in particolare nell’area web e social media. Si occupa del coordinamento della Redazione.