
Anche l’attività cerebrale viene influenzata dalla scelta del cibo. È quanto emerge dal convegno “Cibo e cervello” organizzato lo scorso maggio a Monza. In particolare, è stata presentata una nuova scienza, la Neurogastronomia, che studia l’adattamento dei neuroni durante l’assunzione del cibo da parte di un qualunque individuo.
A cura di Valentina Figura. Intervista a Vittorio Sironi, Direttore del Centro studi sulla storia del pensiero biomedico, docente di Storia della medicina e della sanità presso l’Università di Milano Bicocca.
Esistono alcune cellule dell’ipotalamo che determinano il comportamento dei neuroni, alcuni dei quali sono responsabili del desiderio di cibo, altri invece del suo rifiuto. Quando si segue una dieta ipercalorica, si innesca un circolo vizioso che diventa concausa dell’obesità: si formano neuroni in eccesso rispetto al normale, aumenta lo stimolo della fame e delle interconnessioni nervose e questo porta ad avere più fame e desiderio di cibo. Il contrario accade quando invece una persona tende a seguire una dieta ipocalorica; infatti, nel soggetto anoressico, per compensare la perdita di energia, i neuroni si nutrono di se stessi, determinando una dimunzione dello stimolo dell’appetito. Ma una perdita di neuroni è causa anche di una diminuzione delle capacità cognitive; è dimostrato infatti, che nei Paesi in via di sviluppo l’impossibilità di nutrirsi conduce, oltre alla magrezza, anche alla diminuzione delle capacità cognitive a causa della perdita neuronale.
L’utopia di sfamare il mondo intero: Expo 2015
Nell’ultima parte del suo intervento, l’esperto ha mostrato come tutti gli eventi organizzati dal Cespeb, da lui diretto, siano finalizzati a trovare diversi spunti di riflessione sul cibo: dalla nutraceutica, che cerca di capire la valenza farmaceutica degli alimenti (Il cibo come farmaco, 2009), allo studio dell’assunzione di alimenti diversi da quelli abituali nelle usanze dei vari popoli, in un’epoca in cui la ricerca di lavoro in un altro Paese fa acquisire nuove abitudini alimentari (si pensi agli extracomunitari in Italia), ed in cui la curiosità verso l’esotico spinge gli individui ad assaggiare “una cucina etnica” (Il cibo del mondo, 2013), fino ad arrivare al convegno del 2015 incentrato sul “Futuro del cibo ed il cibo del futuro”, che studierà le possibilità offerte dalle ricerche sull’alimentazione e sull’aumento della popolazione mondiale: si auspica che tutte queste indagini possano condurre a rispondere all’utopia di “sfamare il mondo intero”.
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