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Natale e Capodanno, essere gioiosi non è un obbligo

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Per coloro che non amano le feste natalizie il periodo che precede il Natale è una vera sofferenza e sopravvivere al Natale e al Capodanno è impresa ardua. Bambini in trepidante attesa di Babbo Natale, preparativi per i giochi di Capodanno, buoni sentimenti fino alla melassa, corsa ai cibi, negozi pieni di gente frenetica alla ricerca dell’ultimo regalo e il film natalizio da vedere in casa o il solito cinepanettone che ha tolto dignità al cinema, confondendo leggerezza con scemenza. Come diceva il personaggio del film la Grande Bellezza: “Io non volevo essere semplicemente un mondano. Volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire”. Per chi ama lamentarsi, il Natale offre l’occasione giusta: dal traffico, ai sensi di colpa per le persone che lasciamo sole, ai parenti indesiderati che vengono, inattesi, a trovarci, dimentichiamo che il Natale, per i cattolici è la festa del Bambino che nasce, per gli altri è un’opportunità per stare in famiglia, con chi amiamo o per dedicare a noi stessi. Per chi invece già sa che le feste di Natale porteranno depressione, malinconia e solitudine ecco due consigli:

1.cerca di non idealizzare il Natale, mitizzandolo, magari perché preda del ricordo di quando eri bambino

2.evita di sentirti obbligato ad essere felice e gioioso

Se la tristezza sale, invece di rinchiuderti nella tristezza fino alla fine delle feste, prova a pensare ai momenti felici durante l’anno, magari sfogliando le fotografie oppure i post sui social, e cerca di cambiare l’atteggiamento verso il Natale perché la felicità dal 24 dicembre al 6 gennaio non è un obbligo.


A cura di Giovanni Cacia

© Sani per Scelta
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