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Intolleranze da non tollerare

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Pancia gonfia e digestione difficile? Le intolleranze alimentari, sempre più diffuse  tra la popolazione adulta ma anche tra i più giovani, potrebbero essere la causa di molti disturbi definiti generici che test poco affidabili non sono in grado di valutare. Per questo motivo, medici e ricercatori stanno dedicando energie e risorse nello sviluppo di test affidabili che aiutino il medico a individuarle e trattarle.

A cura di Andrea Ghezzi

COSA VUOL DIRE “SONO INTOLLERANTE”?

Le intolleranze alimentari (legate alle allergie) sono una reazione che ha luogo nell’intestino e che comporta la produzione di anticorpi rivolti contro le proteine di alcuni alimenti; l’organismo, in questo modo, si predispone a combattere ed eliminare quelle proteine che l’organismo riconosce come nocive. Poiché i sintomi non sono particolarmente intensi e compaiono a 48-72 ore dall’assunzione dell’alimento “intollerato”, l’individuazione di quest’ultimo è molte volte difficoltosa. La diagnosi delle intolleranze, infatti, è una delle aree più controverse della medicina, non essendo chiari né i meccanismi che ne stanno alla base né i sintomi.

INTOLLERANZE E ALLERGIE, RELAZIONE PERICOLOSA

Esiste una correlazione ben precisa e definita fra intolleranza e allergia alimentare: l’intolleranza agisce infatti per accumulo e può essere paragonata a una sorta di “intossicazione”; uno dei fattori scatenanti delle intolleranze alimentari è infatti una dieta monotona e poco varia. Quando però il sovraccarico alimentare di un determinato alimento supera una certa soglia, l’intolleranza può sfociare in allergia. E’ sbagliato quindi considerare, come comunemente accade, l’allergia alla stregua di una malattia e l’intolleranza come un “problemino”, perché la seconda può essere l’anticamera della prima.

CHI NE SOFFRE?

Se è solamente l’1,4% della popolazione a soffrire di allergie alimentari immediatamente diagnosticate, studi scientifici europei riferiscono che il 13% dei bambini e il 10% degli adulti è sicuramente intollerante a uno o più alimenti, percentuale che sale negli adulti al 40-50% se si prendono in considerazione coloro che sospettano un’intolleranza verso qualche cibo pur non avendone la certezza.

LE PIU’ “GETTONATE”

Le intolleranze alimentari generalmente si sviluppano verso alimenti di cui la nostra dieta è molto ricca e di cui, spesso, si fa un uso quotidiano: non a caso, latticini e frumento (in cui è contenuta la famigerata proteina del glutine) sono i primi della lista, nonché gli unici due alimenti verso cui l’intolleranza è stata accertata scientificamente. Anche peperoni, pomodoriolivecaffè e carne di maiale però possono dare problemi, e secondo alcuni si candidano come possibili “intolleranze boom” per i prossimi anni. Per il numero di persone che sono (e saranno) coinvolte e per l’importanza dei sintomi, che possono andare ben oltre il banale “mal di pancia” e arrivare a provocare anche disturbi di tipo respiratorio e cardiaco, il problema delle intolleranze alimentari si prospetta quindi come sempre più centrale per studiosi e medici.

© Sani per Scelta


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