
I bambini si nutrono di favole che favoriscono lo sviluppo emotivo, creativo e dell’immaginazione, del linguaggio e cognitivo, e permettono loro di apprendere regole, valori e dinamiche della vita sociale. Le parole sono latte, cibo per l’anima e veicolo della relazione tra genitori e bimbi.
“Il legame di una mamma con il suo bambino, soprattutto nel primo anno di vita, si fonda sulla sintonizzazione rispetto ai bisogni di attenzione e accudimento del piccolo e su un dialogo fatto di contatto fisico, segnali, gestualità, atmosfere che precedono la parola e che rappresentano la cura e il nutrimento” spiega Marina Bellomo, psicologa dello spazio Légein. “La madre, in qualità di figura di “attaccamento primario”, sostiene lo sviluppo della fiducia di base nel bambino e il suo procedere, intorno ai due anni, verso l’autonomia. La crescita va assecondata, non imposta, e per questo è necessario valorizzare i movimenti del bimbo verso l’autonomia soddisfacendo, nello stesso tempo, quei bisogni, ancora presenti. L’utilizzo del linguaggio sarà utile a entrambi questi difficili compiti. In tali termini la “parola” potrà essere il latte che nutre e rassicura nel passaggio verso il diventare grandi”.
Accade spesso che i bambini piccoli non vogliano andare a dormire da soli, che vogliano stare con mamma e papà, svegli o nel loro lettone. Si può rileggere questo atteggiamento come una “fatica alla separazione” o, se accade spesso, una “difficoltà”; la notte è il distacco dai genitori, dalla mamma in particolare, e ogni bimbo ha il suo tempo per affrontare questo passaggio evolutivo.
La lettura della favola della buona notte si rivela dunque uno strumento importante e di aiuto in tal senso. “Il piccolo può lasciarsi cullare dal suono della voce e sentirsi nutrito dalla presenza dei genitori che non gli chiede necessariamente di “concentrarsi” sulla storia ma che lo accompagna nella notte aiutandolo ad addormentarsi sereno e ad affrontare uno dei primi momenti di separazione dalla mamma e dal papà. La parola, in quest’ottica, rappresenta il latte materno, un accudimento non più concreto bensì psichico ed emotivo che rinforza “la fiducia di base” mantenendo un ponte tra madre e bambino anche nella separatezza”.
I CONSIGLI DELL’ESPERTA PER LA LETTURA DI UNA FAVOLA:
1. Scegliete favole che non abbiano una connotazione caratteriale forte in termini di contenuto e personaggi
2. La vostra lettura dovrà rimandare a una musica dolce e dunque la voce non dovrà subire picchi di tonalità
3. Durante la lettura potrete passare gradualmente dalla rassicurazione di un lungo “contatto fisico”, del “tocco”, del “gesto” a quella attraverso lo sguardo e la melodia della voce così da rimandare al vostro bimbo la percezione dello “stare insieme” pur essendo due identità separate
4. Mantenete la magia di un caldo abbraccio al seno
MARINA BELLOMO è psicologa e psicoterapeuta dello Spazio Légein Radicati Liberi di Milano.
www.legein.it
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