
“Mangia pesce che diventi intelligente” dicevano mamme e nonne già negli anni ‘60. Dopo oltre 50 anni lo conferma il risultato di uno studio dell’Università di Oxford, pubblicato dalla prestigiosa rivista Plos One, condotto su bambini tra 7 e 9 anni, sani ma che avevano presentato scarsi risultati ai test di apprendimento. Il risultato dello studio è semplice: più Omega-3 mangiano i bambini migliori saranno i risultati a scuola, impareranno prima e meglio a leggere e si comporteranno anche in modo più educato.
A cura di Giovanni Cacia
I bimbi coinvolti sono stati ben 362, divisi in due gruppi; la metà di loro ha ricevuto 600 mg di Omega-3 da olio di alga per 16 settimane. Lo studio, utilizzando i parametri di valutazione che si utilizzano per i deficit d’attenzione, ha messo a confronto i piccoli suddividendoli in modo random in due gruppi e fornendo placebo ai bambini non sottoposti a trattamento. Tra quelli che avevano risultati appena sotto la media, i miglioramenti registrati dopo 4 mesi sono stati +20% in fluidità e velocità di lettura mentre i bambini che avevano i risultati peggiori hanno fatto balzi in avanti stimati in un +50%. Inoltre, i genitori hanno riportato un generale miglioramento degli aspetti caratteriali dei loro figli.
OMEGA-3: MIGLIORANO L’ATTENZIONE E IL CARATTERE DEI BAMBINI
Già si sapeva che gli Omega-3 aiutano i bambini che soffrono di deficit d’attenzione e iperattività (ADHD) che colpisce tra il 3 e il 5% dei bambini nel mondo. Inoltre, l’assunzione di questi preziosi elementi, noti anche come vitamina F, hanno dimostrato di avere effetti positivi nella dislessia e nei disturbi di coordinazione e sviluppo. Rispetto agli effetti già noti sull’adulto e sul bambino, lo studio britannico ha evidenziato l’importante ruolo degli Omega-3 sull’apprendimento e comportamento sulla popolazione generale di una scuola.”I bambini che hanno assunto dosi regolari di Omega-3 hanno migliorato le loro capacità di lettura, e hanno recuperato il tempo perso, reinserendosi nella loro classe agli stessi livelli degli altri studenti”, hanno detto i ricercatori. Visto il successo della sperimentazione, è già in corso una nuova ricerca, identica nella metodologia, ma condotta questa volta su un campione ancora più vasto. Nello studio britannico la fonte di Omega-3 derivava dalle alghe ma sono presenti, oltre che in pesce e crostacei, anche in noci, oli vegetali come l’olio di lino, olio di ribes nero, olio di colza e olio o semi di canapa alimentare. Gli Omega-3, noti anche come vitamina F, sono acidi grassi essenziali fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo. Importanti studi anche italiani avevano già mostrato che integrare questa sostanza riduce il rischio infarto, morte improvvisa, ictus e mortalità in generale nell’adulto.
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