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Attività fisica davanti alla tv

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Videogiochi e Tv sono la passione di bambini e uomini, in particolare, tanto che il 90% degli acquirenti di video giochi sono proprio uomini-adulti. Usati come baby-sitter per intrattenere i bambini quando i genitori sono occupati, non godono però di buona fama presso pediatri ed educatori perché possono diventare alienanti e contribuire all’obesità infantile. Ma è davvero così? Secondo i ricercatori dell’Università di Chester, le cosiddette “consolle attive” come X-Box Kinect, Wii o Playstation Move potrebbero aiutare i ragazzi ad incrementare la loro attività fisica.

A cura di Redazione con la consulenza del dottor Gian Paolo Baruzzi

UNA PALESTRA DAVANTI AL TELEVISORE

Il gruppo di ricerca inglese guidato da Stephen Smallwood ha preso in esame 18 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 15 anni che si sono divertiti con “Dance Central” e “Kinect Sports: Boxing”, due videogiochi attivi basati su un dispositivo di lettura tipo webcam e un sensore in grado di riprodurre il movimento del corpo durante il gioco. I risultati dello studio – resi noti dall’American Medical Association’s Archives of Pediatric and Adolescent Medicine – mostrano un aumento del dispendio energetico rispettivamente del 150 e del 263% rispetto ai valori a riposo e del 103 e 194% rispetto ai videogiochi tradizionali. “Sebbene sia improbabile che i videogiochi attivi possano fornire da soli la dose raccomandata di attività fisica o bruciare le calorie necessarie a prevenire o risolvere l’obesità, possono però contribuire ad innalzare i livelli di movimento e incrementare il dispendio energetico” spiegano i ricercatori.

GLI EXERGAMES POSSONO SOSTITUIRE L’ATTIVITA’ FISICA?

Di parere contrario sono i nostri esperti. “I videogiochi, anche se attivi, non possono assolutamente sostituire l’attività fisica raccomandata e soprattutto non costituiscono un elemento socializzante per il bambino, che interagisce unicamente con il computer. Rappresentano piuttosto un alibi per i genitori che pensano così di ovviare ad una loro mancanza nei confronti dei figli. Ancora più grave, possono risultare una fonte di stress per il bambino, spesso compensato con un’ulteriore assunzione di cibo” precisa Gian Paolo Baruzzi.

SOCIALIZZAZIONE, NON ALIENAZIONE

“Durante il gioco è indispensabile che il bambino interagisca psicologicamente e fisicamente con i coetanei – spiega l’esperto – la sfida costante che porta alla crescita non deve essere concentrata sulla velocità di interazione con il mouse. Dal rapporto interpersonale può nascere un’affinità con i compagni mentre gli stereotipi proposti dal computer sono solo una parvenza di realtà”.

© Sani per Scelta

Fotografia tratta da: wellnesseperformance.blogosfere.it


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