
Il suo messaggio potrebbe stravolgerti, in meglio, la vita.
A te prendertene cura!
L’ansia è un campanello d’allarme che ci dice che non stiamo in contatto con noi stessi. Ci segnala che non ci stiamo dando il permesso di prenderci cura di noi, dei nostri bisogni profondi, alcuni dei quali da tanto tempo frustrati e fatti tacere, ma che, con l’ansia trovano la forza di farsi sentire anche se sotto una veste molto fastidiosa, spesso proprio dolorosa. L’ansia appunto.
“Ricordo che un paziente la definì “un mostro”. Capii e in un certo senso concordai” dice Valentina Conenna, psicoterapeuta di Spazio Légein a Milano. “Come tutti i mostri nella cameretta fantasticati da piccini infatti, finché terremo gli occhi serrati sarà facile immaginarceli enormi e terribili, ma una volta trovato il coraggio di socchiudere una palpebra e magari anche accendere la luce sul comodino, scopriremo che si stava trattando solo di un gioco d’ombre,, in questo caso quelle della nostra anima.”
Parliamoci chiaro: convivere con l’ansia è una dura lotta quotidiana e d’istinto la nostra reazione sarebbe di volerle tappare la bocca e legarle le mani, per non sentire più quei tormenti nella testa e quei nodi nello stomaco. Ma, fidatevi, non è la strada giusta.
“A dir la verità non è proprio possibile far finta di niente” continua l’esperta. “Finché non avrà consegnato il suo messaggio e percepito che la persona l’ha compreso davvero, l’ansia non se ne andrà. Una volta avvenuto ciò, invece, non avrà più motivo d’esserci. Si tratta quindi di cambiare prospettiva e invece che tentare di farlo da soli, sarebbe meglio affidarsi a uno psicoterapeuta, professionista competente nell’accompagnare la persona nel percorso di attribuzione di significato a quei disagi che non le permettono di vivere una vita piena e serena.
Nascoste da qualche parte, infatti, ci sono parti di noi stessi che per motivi legati alla nostra storia di vita abbiamo faticato a esprimere e sperimentare, e che ora stanno provando a emergere. Espressioni del tipo “io sono fatto così/ non sono così” oppure “vorrei ma non mi è possibile”, sono segnale di una rigidità verso tutto ciò che noi potenzialmente siamo ma che non viviamo per difese che in un passato più o meno antico abbiamo escogitato. E se un tempo probabilmente non avevamo alternative, oggi le abbiamo e proprio l’ansia ci dice che dentro di noi dell’energia si sta smuovendo.
Si tratta di iniziare ad avere un nuovo atteggiamento verso di noi, fatto di comprensione, non giudizio, benevolenza, accettazione, curiosità” spiega Conenna. “Si tratta di far parlare i nostri conflitti interiori e trovare una soluzione, anzi, la nostra soluzione.
Certo come tutti i viaggi ci saranno salite faticose come discese rilassanti, giornate di pioggia grigia e altre di sole luminoso. Ma arriverà anche la soddisfazione di arrivare in cima alla collina dove, come una farfalla che ha appena schiuso le ali, scoprire le mille sfumature dei propri colori e finalmente spiccare il volo.”
E quindi fermiamoci, accogliamo la nostra ansia, lasciamole esprimere il messaggio che ci vuole consegnare da tempo, facciamoci attraversare e trasformare da esso. Poi, diciamole addio e, con stupore, probabilmente, anche grazie.
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